lunedì 5 febbraio 2007

Infinita tristezza...

Vorrei essere in grado di entrare, anche solo per poco, nella vita di coloro che questo venerdì 2 Febbraio 2007, si sono alzati al mattino, si sono armati di tutto punto, con spranghe, coltelli e bombe, ed hanno deciso di trasformare un evento sportivo in un campo di guerriglia urbana, riscuotendo, come tributo alla loro assurda causa, la morte di un poliziotto, uno che stava li per lavoro, pagato 1300 euro al mese.

Mi piacerebbe, se non altro per documentare che si tratta di persone senza nessun valore, senza coscienza né cuore, prive della capacità di amare e rispettare il prossimo, in quanto incapaci di amare e rispettare se stesse. Chiamarle bestie farebbe un torto a chi bestia ci è nata, chiamarli criminali non renderebbe giustizia, perché i criminali spesso sono tali per necessità più che per indole. Per queste "persone" bisognerebbe coniare un nuovo termine, qualcosa che potesse descrivere l'assoluta mancanza di cervello, idee, valori. Il miglior augurio che posso fare all'umanità è che le madri di questi sciagurati diventino sterili per volere Divino.

La violenza dentro e fuori gli stadi, però, non è un fenomeno circoscritto a quell'ambiente; è lo specchio di una società che sta andando a rotoli, privata di idee e valori da una televisione che rincoglionisce la gente a suon di reality show, suonerie demenziali, pubblicità deliranti, e governata da una oligarchia che, di fatto, attua tutto ciò che è in suo potere per mantenere lo status quo. Puntuali, quindi, giungono le dichiarazioni del presidente Matarrese, uno che in un paese normale (affermare civile è pretendere troppo), avrebbe già dovuto dare le dimissioni da tempo, e invece, incredibilmente, è sempre li. E dichiara che queste sono "morti che purtroppo fanno parte di questo movimento". Che il cielo strafulmini lui, ed il movimento che rappresenta.

Sono convinto che i mezzi per sconfiggere queste piaghe ci siano; senza andare troppo lontano basta vedere come in Inghilterra hanno debellato il fenomeno hooligans e negli stadi tra pubblico e calciatori non vi siano protezioni. Il problema reale è che nessuno vuole applicarli. E' come se abitassimo tutti in un palazzo che rischia di crollare da un giorno all'altro. Tutti sappiamo che bisogna fare qualcosa, ma appena ci dicono che per effettuare le riparazioni devono effettuare dei lavori scomodi, rumorosi e costosi, ecco che scatta compatto il rifiuto.

E si tira a campare, almeno siano alla prossima tragedia, sperando che non ci tocchi di persona.
Nel frattempo, come dice Crosetti su Repubblica: "Ieri le agenzie di stampa hanno rilanciato l'immancabile commento di Moggi sulla violenza, e stasera Andreotti dirà a Biscardi che è meglio non fermare tutto, "per non creare le premesse alla tensione". Le stesse facce, le identiche parole di un sacco di morti fa." Ho la nausea al solo pensiero.

3 commenti:

Con-tatto! ha detto...

il mio commento a quanto accaduto a Catania: clicca e leggi

Anonimo ha detto...

A me pare che il messaggio sia chiaro: non si rompono i coglioni ad un'industria che fattura, quindi indigantevi quanto volete ma domenica prossima in campo, al massimo un minuto di silenzio e una fascia a lutto.
Forse la testa di Matarrese cadrà, forse no, a questo punto conta ben poco. Una settimana per indignarsi e lavarsi la coscienza e poi da capo, tutti belli allineati dietro al cordoglio della vedova che sciaqua via dall'animo ogni forma di colpa.
Fino al prossimo morto.
Non si rompono i coglioni ad un bussiness, signori. C'est la vie.

Louis ha detto...

Ti quoto in ogni parola.