martedì 25 settembre 2007

Bloggare che passione...

In genere uno fa certe riflessioni quando apre un blog, non dopo un anno e passa - di latitanza nel mio caso - dal giorno in cui ha deciso di ammorbare l'esistenza altrui con rigurgiti vari della propria coscienza.

Ieri sera, parlando con un amico, mi sono domandato perché ho aperto questo. Tralasciando la mia passione per la scrittura, che avrei potuto comunque coltivare senza la necessità di fare outing in queste pagine, pensavo fosse terapeutico, credevo che il mettere a fuoco determinate situazioni potesse aiutarmi in un certo qual modo a digerirle, a farmene una ragione.

Ad esempio: perché devono esistere programmi spazzatura in televisione, come i vari reality, i TG fantoccio, gli Amici - che se quelli sono "amici", Dio ci scampi dai nemici - i talk-show dove, per citare Battiato, tante stupide galline si azzuffano per niente ? Perché l'informazione, nell'era di Internet e del Villaggio Globale, crede ancora di poter raccontare ciò che il potere vuole , senza pensare che così facendo si veste solo del vestito nuovo dell'Imperatore, ovvero si copre, nel migliore dei casi, di ridicolo ?

Perché io devo vigilare come un cane mastino su mia figlia, che per sbaglio Dio non voglia, non incappi in uno di quegli squallidi contenitori sopracitati, se voglio far si che arrivi almeno a 12 anni con un cervello ancora scevro da queste colossali purghe dell'intelletto ?

Ecco, a questo sarebbe dovuto servire. A sfogarmi. Invece mi trovo spesso, come in questo momento del resto, ad incazzarmi per la situazione, a rendermi conto che le cose non cambiano anche se le demolisco qui dentro. Ed infine, al posto di metabolizzarle, finisco con il ruminarle e rimasticarle, con conseguente produzione di bile e succhi vari.

Ho deciso: basta politica, basta attenzione verso il sociale, basta commenti alla televisione! Perché la guardo se mi fa incazzare? Non la guardo, perdio! Mi fa incazzare solo il sapere dell'esistenza di certe mine vaganti legalizzate, al pari di quando l'144 te lo propinavano di default e se non stavi attento al bambino con il ditino facile, ti trovavi un paio di milioni di bolletta per chiamate intercontinentali a Debbborah, che stava di casa alle isole Cayman.

Basta! non voglio più parlare di tutto questo. Addirittura non voglio più pensarci. Solo facezie ed argomenti triviali. Almeno sino al prossimo post :o)

giovedì 13 settembre 2007

Alea Iacta Est...

... Il dado è tratto.

L'8 settembre ce lo siamo lasciati alle spalle, ma qualcosa di grosso è successo. Chi vuole ignorarlo, denigrarlo, ridicolizzarlo faccia pure, si accomodi.

Già la stampa si è mossa; è sconcertante: laddove non hanno taciuto per pudore o vergogna, hanno manipolato l'intero evento, cadendo spesso in contraddizione nell'esporre le loro tesi, in un crescendo di baggianate degne della più becera commedia popolare. Personalmente mi sento preso per il culo, ed in modo pesante.

Alcuni esempi? Novella - non 2000, il giornalista di Studio Aperto - gira un paio di servizi sullo spettacolo di Grillo a Cervia. Liquida l'intero evento, ed il senso di tutto il movimento, con questa frase: "Così, dopo un ora e mezzo di urlacci e risate, il pubblico esce stordito e divertito, e firma la legge marchiata Grillo, senza esitare, e a volte senza neanche leggerla". (servizi 1 e 2)

Legge marchiata Grillo ? Esiste tale legge ?? Dove sta' ? Non è nemmeno un "disegno", caro amico Novella, è una proposta che il signor Grillo farà in parlamento a nome dei 300.000 e passa italiani, che sono moderatamente stanchi di essere presi per il culo da persone che godono dell'immunità-impunità, e non hanno nemmeno più il buon gusto di chiedere scusa, anzi s'indignano e s'infiammano se un comico si permette di fargli notare in quale stato di contraddizione versa il paese.

Del resto di TG spazzatura come il TG4 o Studio Aperto, non c'è più di che stupirsi. Anzi mi chiedo quando tireranno fuori i vecchi scheletri di Grillo per farlo apparire come evasore, pregiudicato, mangiabambini (non che sia un santo sia chiaro, ma presto diventerà martire, temo).

Politici, giornalisti, direttori, presidenti, se volete aiutarci continuate così, fate finta di non sentire i vaffanculo che vi arrivano, fate finta che tutto vada bene. Andate avanti a discorrere del nulla per non dover parlare dei fatti. Già che ci siete tappatevi anche le orecchie e gridate "blablabla non ti ascolto!!!!". E' un atteggiamento maturo e consapevole. Degno di voi, del resto.

martedì 11 settembre 2007

Get Back Where You Belong

Ci deve essere una distorsione spazio-temporale che, immancabilmente, ogni anno, colpisce la terra nel mese di agosto. Deve essere così, altrimenti non riesco a spiegarmi dove possono essere finiti i giorni compresi tra il 3 ed il 26 agosto.

Un mistero che dovrei segnalare alla coppia Brachino-Medail; magari ci tirano fuori un bel servizio speciale di Studio Aperto, invitando l'esimio astrofisico Vassilj Dimitrenko, dell'università di Rudjevostok (che nessuno ha mai sentito nominare), che, in assoluta autoreferenzialità, potrebbe spiegarmi l'accaduto.

Per l'anno prossimo ho deciso di assicurarli. I giorni dico.
Cosi se qualcuno me li frega da sotto il naso, posso chiedere un risarcimento.

Si insomma, qualche vago ricordo mi è rimasto; dunque: roba ammassata sul letto, valigia aperta, coda al check-in, sabbia rovente, ombrelloni come funghi, cozze ripiene e melanzane al forno, pennica pomeridiana, 5 libri letti, stelle cadenti non pervenute, roba ammassata sul letto, valigia chiusa in procinto di esplodere come una gigante rossa - con uguali nefaste conseguenze - check-in, rientro nell'afa. Fico.

Nel frattempo è arrivato - e passato - il V-Day, è cominciata la season one di Heroes, Studio Aperto continua a martellare le palle con il giallo di Garlasco (ecceccazzo fatela finita, non se ne può davvero piu!) e tra una settimana vado al mio primo matrimonio oltre confine.

Nota positiva: ho scritto il soggetto per il mio racconto. A giudicare dalla quantità di roba che ho buttato giù, le melanzane dovevano essere ottime o allucinogene, o tutt'e due. Raccontandolo ad amici e parenti ho apprezzato il fatto che non si sono addormentati o eclissati, adducendo come scusa un inderogabile impegno improvviso. Buon segno.

venerdì 20 luglio 2007

Revolucion!

Dal primo giugno 2007 la mia azienda ha deciso di ridurre il mio orario di lavoro a sei ore. Il nuovo orario non è elastico: è compresso: dalle 8.30 alle 14.30 continuato. Motivo? Il solito, ovvero di tipo economico, legato alla vile pecunia. Dovrei essere preoccupato, ma al momento, per incoscienza o Illuminazione, ancora non lo sono.

Questo, tra le altre cose, implica il fatto che avrò decisamente più tempo libero per scrivere, e quindi anche più tempo per seguire il Blog. Non ho più scuse insomma.

Finalmente potrò dedicarmi alla ricerca del materiale per il racconto che vorrei scrivere, il problema principale è che ancora non ho deciso quale tra i tanti, che sedimentano da tempo immemorabile sul fondo remoto del mio magazzino dei "farò", è quello che merita maggior cura ed attenzione.

Sono in sindrome da over parking. Giro come una trottola nel parcheggio vuoto del supermercato, perché non so decidere dove mollare la macchina. Devo trovare il mio posto. Risolto questo tutto il resto è un gioco da ragazzi.

lunedì 5 febbraio 2007

Infinita tristezza...

Vorrei essere in grado di entrare, anche solo per poco, nella vita di coloro che questo venerdì 2 Febbraio 2007, si sono alzati al mattino, si sono armati di tutto punto, con spranghe, coltelli e bombe, ed hanno deciso di trasformare un evento sportivo in un campo di guerriglia urbana, riscuotendo, come tributo alla loro assurda causa, la morte di un poliziotto, uno che stava li per lavoro, pagato 1300 euro al mese.

Mi piacerebbe, se non altro per documentare che si tratta di persone senza nessun valore, senza coscienza né cuore, prive della capacità di amare e rispettare il prossimo, in quanto incapaci di amare e rispettare se stesse. Chiamarle bestie farebbe un torto a chi bestia ci è nata, chiamarli criminali non renderebbe giustizia, perché i criminali spesso sono tali per necessità più che per indole. Per queste "persone" bisognerebbe coniare un nuovo termine, qualcosa che potesse descrivere l'assoluta mancanza di cervello, idee, valori. Il miglior augurio che posso fare all'umanità è che le madri di questi sciagurati diventino sterili per volere Divino.

La violenza dentro e fuori gli stadi, però, non è un fenomeno circoscritto a quell'ambiente; è lo specchio di una società che sta andando a rotoli, privata di idee e valori da una televisione che rincoglionisce la gente a suon di reality show, suonerie demenziali, pubblicità deliranti, e governata da una oligarchia che, di fatto, attua tutto ciò che è in suo potere per mantenere lo status quo. Puntuali, quindi, giungono le dichiarazioni del presidente Matarrese, uno che in un paese normale (affermare civile è pretendere troppo), avrebbe già dovuto dare le dimissioni da tempo, e invece, incredibilmente, è sempre li. E dichiara che queste sono "morti che purtroppo fanno parte di questo movimento". Che il cielo strafulmini lui, ed il movimento che rappresenta.

Sono convinto che i mezzi per sconfiggere queste piaghe ci siano; senza andare troppo lontano basta vedere come in Inghilterra hanno debellato il fenomeno hooligans e negli stadi tra pubblico e calciatori non vi siano protezioni. Il problema reale è che nessuno vuole applicarli. E' come se abitassimo tutti in un palazzo che rischia di crollare da un giorno all'altro. Tutti sappiamo che bisogna fare qualcosa, ma appena ci dicono che per effettuare le riparazioni devono effettuare dei lavori scomodi, rumorosi e costosi, ecco che scatta compatto il rifiuto.

E si tira a campare, almeno siano alla prossima tragedia, sperando che non ci tocchi di persona.
Nel frattempo, come dice Crosetti su Repubblica: "Ieri le agenzie di stampa hanno rilanciato l'immancabile commento di Moggi sulla violenza, e stasera Andreotti dirà a Biscardi che è meglio non fermare tutto, "per non creare le premesse alla tensione". Le stesse facce, le identiche parole di un sacco di morti fa." Ho la nausea al solo pensiero.

venerdì 2 febbraio 2007

Pubblico & Privato.

Non vorrei fare il politico.
Non potrei fare il politico. Mai.

La politica è per coloro che pensano una cosa, ne dichiarano un altra e ne realizzano una terza, spesso riuscendo a fare delle evoluzioni verbali così azzardate da far vergognare il miglior pilota acrobatico vivente.

Nel corso del tempo, noi comuni mortali ci siamo assuefatti, o meglio "Darwinianamente" adattati, alla presenza della specie "politico", arrivando a digerire, anno dopo anno, le stupidaggini sempre più sperticate e colossali che questi individui hanno voluto propinarci. Se però all'inizio diciamo che il campo di azione era la dichiarazione pubblica, ora la linea di confine si è spostata anche verso il privato.

Mi spiego meglio: se prima il politico si limitava a raccontare balle in merito a come avrebbe risolto il problema del debito pubblico, del traffico o dello smog, salvo poi dichiarare sdegnato a fine legislatura che nulla era stato realizzato per colpa dell'opposizione, del terrorismo o della burocrazia, adesso come moneta d'acquisto della fiducia popolare, usa sempre più spesso termini come "famiglia", "rettitudine morale" o l'apocalittica "cristianità" per riuscire a sdoganarsi ed emergere dalla mediocrità del suo collegio.

E', ovviamente, l'ennesima pratica di stampo americano che abbiamo importato "as is", senza nemmeno preoccuparci di leggere le controindicazioni riportate sul foglietto illustrativo, ovvero senza ricordare che, se è vero che in america tutti i politici sfruttano questo trucco, ponendo la propria rettitudine quale esempio di specchiata onestà, è anche vero che, sempre in america, un politico in testa alle primarie di uno stato, può saltare come un petardo di capodanno per colpa di una foto sfuocata che lo ritrae in dubbie compagnie. Un arma a doppio taglio insomma.

Da noi no, questo concetto è inesistente. E come se qui il significato di vergogna fosse qualcosa di astratto, o peggio, incomprensibile, inaudito.

Così, magari, un leader di partito, all'apice della sua ennesima gaffe, o meglio figura di merda, confessa (involontariamente?) in pubblico di aver privatamente cornificato la moglie, magari a una sola settimana di distanza dall'uscita di 5 pagine di articolo su Famiglia Cristiana, in cui propone se stesso e la sua famiglia come modello a cui ispirarsi.

Ed allora: cari signori politici, che andate in tivu a far vedere ogni giorno il vostro faccione, lasciate che a raccontare minchiate riguardanti le loro vite private ci pensino cantanti ed attori, artisti e modelle, soubrette e calciatori, che hanno almeno il buon gusto di non andare in giro a dire scempiaggini su come intendono sollevare l'economia italiana, ma si accontentano di sollevare al massimo l'audience, mostrando una tetta o una chiappa.

Altrimenti di questo passo finirete anche voi a confessarvi al Grande Fratello, a litigare per un tozzo di pane sull'Isola dei Famosi o a sparare minchiate alla "Talpa". Fateci e fatevi questo favore.

giovedì 25 gennaio 2007

Mi sono perso qualcosa ???

Qualcuno ricorda la scena della locandina qui accanto? La prima cosa a cui ho pensato, appena ho visto la pubblicità di una lavastoviglie che in questi ultimi tempi gira su Rai e private, è stata questa immagine.

Ok, faccio il punto: una nota marca produttrice di lavastoviglie, riprendendo - o meglio: sfruttando - uno studio del 2004 sull’efficienza dei sistemi per lavare piatti e pentole, vorrebbe convicere tutti gli italiani, che lavare i piatti a mano non conviene, in quanto antieconomico, inquinante, dispendioso, ed anche cancerogeno via, mettiamo pure questo già che ci siamo, rispetto ad un lavaggio "meccanico". Davanti a tale affermazione ho trasecolato. Mi sono venute in mente le immagini di mia nonna, che vive in meridione, laddove l'acqua è un bene prezioso, che riesce a lavare in una bacinella le pignatte di due famiglie con bambini, ed usa per la turca l'acqua avanzata.

Poi ho pensato a come i pubblicitari vedono la famiglia italiana: sono le due del pomeriggio e "lei" ha appena parcheggiato il SUV nel garage della villetta; si appresta a scaricare 2 sporte della spesa, 3 borse di acquisti nelle boutique alla moda, 2 figli e il labrador dal pelo color miele, di nome Zizou. L'inquadratura indugia sul paraurti anteriore, leggermente ammaccato per l'urto cruento con un bufalo, che quindi giustifica appieno la presenza di un SUV a Cesano Boscone (MI) dove il massimo della anomalia altimetrica convessa è la cunetta rallenta camion all'ingresso del paese, e l'ultimo albero vero è stato rimpiazzato con uno in tecnopolimero, in occasione della festa del paese per il cambio del parroco. Il Tailleur che ha addosso le sta benissimo, si capisce che è una donna di mondo, che sa gestire un marito che fa il Manager, due figli, il cane francese e i 330 metri quadrati di casa (tutta su un piano!!!) con la stessa abilità con cui Bruno Vespa gestisce gli ospiti a "Porta a Porta". Una donna così figuriamoci se lava a mano!

Ma nella mente del pubblicitario si insinua un dubbio: è se invece "lei" fosse una anticonformista? Se nonostante potesse permettersi la colf, il maggiordomo e la cuoca, le piacesse comunque far tutto da sola per dimostrare che oltre ad essere una figa è anche una che se la sa cavare? Cambio di scena: la camera zooma in cucina, l'acqua scorre fluente dal Pozzi-Ginori placcato titanio e "lei", ovviamente sempre in tailleur e armata di guanti in gomma fantasia Naj-Oleari, insapona, sciacqua e impila un numero di piatti sufficienti per sfamare l’11° Battaglione Fanteria “Casale”. Nel mentre riceve una telefonata dalla Sissi, l'amica con la quale sverna al Centro Estetico, e intanto che l'acqua scorre copiosa "lei" si organizza il pomeriggio. E grazie al 'zzo che il pubblicitario fa due conti e si convince che una lavastoviglie consuma ovviamente meno.

Fa due ricerchine su Internet, scopre che un tale ha fatto una prova mettendo da una parte 75 lavapiatti professionisti provenienti da tutto il mondo, e già qui mi rotolo dalle risate pensando alle possibili conversazioni sul torpedone che preleva dall'aereoporto i 75 candidati per portarli al luogo del "test", e dall'altra parte una lavastoviglie di nuova generazione, ultrasilenziosa, extraefficente, zeroinquinante. Pronti via. La lavastoviglie, davanti ad un servizio da 12 batte gli uomini 15 litri a 100 e 1,5kWh a 2,5. Abbiamo lo scoop, vai con la pubblicità progresso! L'Art Director gode come un mandrillo, il creativo si sbizzarrisce nel frattempo lo speaker che deve registrare la voce di fondo, calda e pastosa, si spara un grappino che aiuta sempre.

Peccato che il nostro creativo non legge le due righe sotto nello stesso articolo. O meglio, a me piace credere che lo sprovveduto, preso dalla foga di realizzare lo spot del secolo, non legga il resto della relazione; altri meno ingenui di me direbbero che se ne strafotte bellamente e prende solo ciò che gli interessa. Peggio ancora non cerca altre fonti, non si documenta come farebbe chiunque si appresti a fare un discorso comparativo. E naturalmente lungi da lui dire anche a fine spot che se tutti in italia usassimo una lavastoviglie, dovremmo costruire delle centrali nucleari alle porte di ogni città solo per alimentarle; se la vita media di una lavastoviglie è 10 anni dovremmo rottamare 1 milione di lavastoviglie all'anno calcolando 10 milioni circa di famiglie italiane, ovvero 2750 lavastoviglie al giorno! Un business incredibile e mi domando come mai Tronchetti Provera non ci abbia già pensato, riadattando una parte della Telecom a Polo di Smaltimento Lavastoviglie. Ed ancora: brillantanti ed anticalcare. Per migliorare la loro azione scrostante, impiegano fosfati che favoriscono un processo (vi risparmio il nome) per il quale avviene una maggiore proliferazione delle alghe nel mare, con il conseguente consumo di ossigeno disponibile per gli altri organismi acquatici.

Insomma, se l' amico pubblicitario avesse confezionato uno spot del tipo: "Hey tu, casalinga di Voghera che hai un marito 3 figli, la suocera e tuo papà novantenne tutti sotto lo stesso tetto, tu che tutte le sere cominci a lavare piatti alla sigla del TG e finisci quando alla tv di interessante ci sono solo gli spot delle "calde ragazze al telefono", ho una soluzione per te: la lavastoviglie!" ecco, allora l'avrei trovato sensato, ma quella generalizzazione, quel dire: "lo sapete che una lavastoviglie consuma molto meno dell'olio di gomito", senza specificare l'ambito, mi ha fatto girare la balle ad elica; a questo punto pubblicitari dite pure che la macchina inquina meno della bicicletta o le marmellate industriali sono più sane di quelle fatte in casa, tanto un idiozia più o una meno, che volete che cambi?

Dal canto mio penso ad un single che sporca 2 piatti, 2 bicchieri e quattro posate al giorno e mi domando ogni quanto faccia andare la sua lavastoviglie ultraecologica fotosensibile. Se la media è una volta alla settimana, prima di andare a vivere da soli ricordate di fare la lista nozze e mettere come richiesta il servizio da 12, altrimenti arrivati al mercoledì siete fottuti.